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Acquisti online: libertà o schiavitù? Cosa c’è dietro questa mania?

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Acquisti online: oggi, venerdì 23 novembre, è il tanto atteso Black Friday. Cioè quel giorno in cui moltissimi negozi online mettono a disposizione la propria merce a prezzi scontati. Saranno già stati in molti ad approfittarne e ad aver tenuto d’occhio il prezzo di un particolare prodotto in attesa di poterlo acquistare oggi, facendo così un “affare”. Ma cosa c’è dietro a questa mania dello shopping online?

acquisti online

«Ormai, la tecnologia ci sta abituando sempre di più alla comodità e agli acquisti online. Ad avere tutto e subito», commenta il Professor Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. «La tecnologia ci offre l’illusione di poter appagare subito il nostro desiderio, senza dover attendere o spostarci dalla nostra casa. Si decide di acquistare un prodotto…Sembra facile, basta accedere al sito del venditore, tramite computer o smartphone, e acquistarlo. Ma in realtà si tratta di un falso mito. Perché se ci si ragiona sopra, in realtà i tempi “reali” non sono poi così immediati; è necessario attendere i tempi di consegna, ma la tecnologia e l’illusione che ne deriva offusca questo aspetto. La nostra impazienza è stata appagata. Il nostro bisogno di soddisfare immediatamente l’impulso di un acquisto online è solo “mentale”. Nel momento in cui entro su un sito e clicco sul pulsante “Acquista”, io mentalmente quel prodotto l’ho già acquistato. Ho compensato immediatamente questa mia necessità. Ma, in realtà, avendo acquistato un prodotto attraverso uno schermo non si ha avuto la possibilità di visionarlo, quindi c’è la possibilità che, una volta ricevuto, non rispecchi la richiesta iniziale. In questo caso, c’è sempre la possibilità di ricorrere al reso, i tempi si allungano, ma per l’acquirente non importa. L’unica cosa che conta è aver avuto la possibilità di soddisfare quel bisogno in quel preciso momento».

Ma perché molte persone preferiscono gli acquisti online tramite device, quindi un po’ “alla cieca”, piuttosto che avere la certezza di ciò che si acquista? «Perché molto spesso si preferisce mantenere l’anonimatoanche di fronte agli acquisti più semplici. Acquistando online io mi sento più libero di acquistare tutto ciò che voglio e di spendere qualsiasi cifra, in quanto non ho nessuno con cui rapportarmi e nessuno che in qualche modo possa giudicare i miei acquisti. Inoltre, da non sottovalutare è l’aspetto del denaro. Nel momento in cui tu ti dirigi in un negozio e effettui un acquisto, i soldi che spendi li puoi toccare con mano, mentre con gli acquisti online si tratta di soldi “virtuali”. Sempre soldi sono, ma nel secondo caso vi è l’illusione di aver speso soldi che non sono mai stati nostri», continua Lavenia.

Quindi ormai lo shopping online andrà sostituendo la classica passeggiata per i negozi? Quella che ti permette, oltre che di effettuare acquisti, anche di incontrare persone e scambiare quattro chiacchere?  «Ormai diamo sempre meno valore alle emozioni e alle relazioni. Manca la consapevolezza del proprio corpo, il mezzo che permette, appunto, di sentirle quelle emozioni e di viverle appieno. Ecco che questa difficoltà si trasforma in una distanza relazionale ed emotiva. Chiudersi in casa per “dedicare” del tempo allo shopping è un vero controsenso. Ci sono dei casi in cui però non si riesce a farne a meno, come per lo shopping compulsivoche, ricordiamo, non va considerato come una dipendenza ma come un sintomo. Un qualcosa che diventa “compensatorio” a causa di una mancanza. Non tanto materiale, quanto emotiva. E’ un fenomeno che riguarda per di più le donne, una donna, infatti, ha l’8% di probabilità in più di sviluppare questa dipendenza. Inoltre, oltre alle offerte e alle promozioni che ormai si ricevono tutti i giorni tramite messaggi ed e-mail, esistono giornate dedicate esclusivamente allo shopping online. Come nel caso di oggi, con il Black FridayCon internet ho la sensazione di poter fare tutto senza muovermi da casa, ma questo è potere o schiavitù?. E’ importante ricordare che questo problema c’è tutti i giorni e che ricorrenze come quella di oggi servono solo per ricordare che esiste un disturbo. Dobbiamo tornare ad ascoltarci e ad ascoltare chi ci sta vicino, cercando di comprendere se si è in presenza di questo disturbo e, in questo caso, cercare un modo per uscirne. Già un piccolo passo potrebbe essere quello di limitare le applicazioniche abbiamo sul nostro telefonino ad alcune ore del giorno. Magari decidere consapevolmente di bloccarle durante il fine settimane, tornando così alle vecchie ma sane abitudini di passeggiare e dialogare davanti le vetrine dei negozi», conclude il Presidente Di.Te.

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