È questa la tragica ironia dei social, come recita il titolo dell’articolo uscito per Repubblica.
La storia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice lodigiana, ci ha ricordato proprio questo. Nell’epoca digitale, la tastiera diventa un’arma, lo schermo può generare ferite che non si riescono a sanare.
L’espressione di un’opinione libera, lecita, inizialmente incoraggiata ed elogiata, distorta attraverso i social media si è trasformata nel pretesto per un linciaggio senza appello.
Qui sotto trovate l’articolo completo, su una tragedia contemporanea che rivela l’assurdità di un mondo dove chiunque può esprimere un’opinione su qualsiasi cosa. Ma la libertà di esprimere un pensiero non dovrebbe mai trasformarsi nel diritto di infliggere danno.
«Dobbiamo risvegliare il pensiero critico, la nostra capacità di pensare profondamente prima di agire o reagire», sostiene il dottor Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Di.Te., «anche prima di premere i tasti di un computer o dello smartphone e dare inizio ad una situazione dalle conseguenze fatali».
Solo così possiamo sperare di creare un ambiente online che sia non solo libero, ma anche rispettoso, riflessivo e, soprattutto, umano.